top of page

Quale direzione sta prendendo la tua vita?

“Se non sai dove vuoi andare poco importa che strada prendi.”

Stregatto


Quale direzione sta prendendo la tua vita? Certo, trovare la propria strada è un compito arduo, questo però non significa esimersi dal generare maggiore consapevolezza, ad ogni attimo, su ciò che desideriamo veramente e su quale direzione intendiamo imprimere per ottenerlo. E’ la celebre Alice nel paese delle meraviglie a chiederlo con inconsapevole disinvoltura: “Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere!” e Stregatto sapientemente controbatte: “Beh, tutto dipende da dove vuoi andare”, al che, l’impertinente indecisione di Alice prende forma: “Oh veramente importa poco purché io riesca…” e Stregatto replica: “Beh, allora importa poco che strada prendi!”.


Non avere una meta significa essere alla mercé di ciò che esternamente ci capita, lasciando addormentata la consapevolezza di ciò che siamo e di dove vogliamo andare, si corre senza direzione, schiavi di un tempo che fugge inesorabile, costantemente incapaci di fermarci, sotto una perenne pressione fatta di scadenze, doveri e appuntamenti, che disegna una routine effimera e frammentata. Una condizione a tratti grottesca, che ci induce a perseguire la soddisfazione di bisogni fugaci seguendo pedissequamente i dettami di una società che ci vuole schiavi insoddisfatti e consumatori dipendenti.

La maggior parte di noi, infatti, vive nella perniciosa illusione che la realtà esterna, fatta di persone, situazioni e accadimenti, possa influenzare il nostro stato d’essere e determinare il nostro destino.


Il celebre filosofo armeno George Ivanovic Gurdjieff paragonava l’essere umano ad una carrozza destinata al trasporto di un passeggero, dove la carrozza rappresenta il corpo fisico, trainato dai cavalli che sono le emozioni, guidato dal cocchiere che è la mente, mentre il passeggero rappresenta l’anima. Ora, per comprendere a fondo l’enorme portata di questa illuminante metafora, proviamo a ragionare su questa domanda: cosa succede quando il cocchiere è confuso e, non sapendo quale direzione seguire, si lascia trainare da cavalli che corrono liberi senza una meta precisa? Capita troppo spesso, infatti, che mente ed emozioni gestiscano il nostro corpo, producendo una sorta di assuefazione che porta l’anima a sostare in una condizione di assopimento. D’altra parte, come può il cocchiere (mente) governare i cavalli (emozioni) se non sa dove andare? Questo capita quando il passeggero (anima) dorme o semplicemente non da istruzioni al cocchiere (mente) di dove dirigersi, il quale segue per abitudine la solita strada trinata dai cavalli (emozioni), condizionati dalla realtà esterna e influenzati da schemi e credenze che riposano fuori dal campo della coscienza, nell’inconscio. L’inconscio non ha il potere del discernimento, non demarca l’utile dal dannoso, il vero dal falso, ma si limita a memorizzare i cosiddetti schemi mentali (pregiudizi, abitudini, paure, credenze limitanti) che abbiamo ricevuto nel corso della nostra esistenza (educazione, ambiente, società, media, etc.). In tal modo la mente segue sempre i medesimi schemi, il cocchiere percorre cioè sempre gli stessi tracciati, riproduce le stesse esperienze, i soliti errori, paure, incontri, situazioni anche se dannosi o semplicemente non voluti. Basti pensare a quanti pensieri e quante azioni svolgiamo senza il vigile uso della coscienza: quando stiamo guidando, riflettiamo su ciò che dobbiamo fare dopo, quale film ci sarà in tv, quale impegno ci attende, cosa starà facendo la persona amata o semplicemente ripensiamo a qualcosa accaduto nel recente o lontano passato. Mente e corpo non solo operano separatamente, ma agiscono in maniera automatica. Lo stesso avviene per le emozioni, che non siamo noi a governare ma siamo soggiogati ad esse, specie a quelle negative, le quali prendono il sopravvento e dominano la nostra mente, generando ansie, paure e preoccupazioni.

La chiave di volta è quindi la coscienza, il risveglio dell’anima: il passeggero (anima) deve risvegliarsi ed essere vigile e presente a se stesso, in tutto ciò che fa, così da indirizzare la strada che il cocchiere (mente) deve intraprendere e decidere l’andatura adottata dai cavalli (emozioni).


Come recita il celebre Goethe, "Ciò che conta davvero non dovrebbe essere mai alla mercé di ciò che non conta affatto" , in altri termini siamo noi che deteniamo il potere di come stare, senza se e senza ma e soprattutto senza cederlo a qualcosa o qualcuno di esterno o di automaticamente indotto. Al posto di sprecare le energie nell’inseguire cose superflue, dettate da bisogni che non ci appartengono, dobbiamo percorrere il percorso verso la consapevolezza, dobbiamo in altri termini prendere e mantenere il controllo della carrozza.



145 visualizzazioni1 commento

Post recenti

Mostra tutti
Post: Blog2_Post
bottom of page